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Pesto al basilico Barilla: cosa nasconde l'etichetta?



Oggi andando a fare la spesa ho notato questo vasetto di pesto al basilico. La sua etichetta recita:

“Basilico italiano, naturalmente senza lattosio, senza conservanti aggiunti. 100% vegetale”


Successivamente sono andato a leggere la lista degli ingredienti:

  • basilico 35,6% (tutto sommato una buona quantità, anche se in commercio esistono pesti pronti con quantità superiori)

  • olio di semi di girasole (non ci andava l’olio di oliva?)

  • anacardi (probabilmente un sostituto più economico dei pinoli o delle mandorle che spesso vengono aggiunte anche in ricette tradizionali, tutto sommato niente di grave)

  • sciroppo di glucosio (nel pesto? A che serve?)

  • acqua

  • amido modificato di mais

  • sale

  • aromi naturali

  • olio extravergine d’oliva (ah ecco dov’è, dopo gli aromi naturali, praticamente presente in tracce)

  • zucchero (non ricordo lo zucchero nella ricetta del pesto di mia nonna)

  • acido lattico

Gli ingredienti che potrebbero sembrare più sospetti sono sciroppo di glucosio, amido modificato di mais e acido lattico: a che servono?

Sciroppo di glucosio: per legge si tratta di una soluzione acquosa depurata e concentrata di carboidrati alimentari, ottenuta da amido, fecola e/o inulina (fibra solubile composta da lunghe catene di fruttosio che si estrae da alcuni vegetali come la cicoria o il topinambur), e spesso viene utilizzato per regolare la dolcezza di un prodotto, migliorarne la consistenza e per le sue caratteristiche di conservante.

Ma perché dovrebbero regolare la dolcezza di un pesto? Forse perché non stanno utilizzando basilico genovese ma un più economico basilico napoletano (meno dolce).

Amido modificato di mais: è un additivo addensante spesso aggiunto a budini e salse. E’ sicuro e assolutamente innocuo.

Acido lattico: è un acido che viene formato naturalmente dalla fermentazione dei fermenti lattici, yogurt e formaggi fermentati ne sono naturalmente ricchi. E’ molto comune il suo uso nelle salse perché è un additivo conservante e acidificante che agisce soprattutto contro batteri, lieviti e funghi. Si tratta di un conservante innocuo per gli adulti ma che può causare qualche disturbo digestivo in bambini e lattanti, ma niente di pericoloso.


Cosa estrapoliamo da questa etichetta?

  • Che non ci sono ingrediente effettivamente nocivi e questa è una buona notizia, tuttavia…

  • Si tratta di generico “pesto al basilico” e non di “pesto genovese”, infatti contiene altri ingredienti, come gli anacardi al posto dei pinoli.

  • È fatto con basilico italiano ma di qualità meno pregiata e probabilmente di una tipologia più amarostica, dato che hanno dovuto usare lo sciroppo di glucosio per correggere il sapore.

  • Anche se in etichetta vi è riportato “senza conservanti aggiunti”, questo pesto contiene effettivamente dei conservanti, anche se innocui (acido lattico e sciroppo di glucosio), ma poiché probabilmente fanno parte della ricetta depositata, non vengono classificati come “conservanti aggiunti”.

  • C’è pochissimo olio d’oliva che dovrebbe essere, insieme al basilico genovese, uno degli ingredienti base di un buon pesto.

In conclusione, considerato che fare il pesto a casa è davvero semplice e può anche essere congelato per fare scorta, questo prodotto può rimanere sullo scaffale. Se proprio desiderassimo un pesto genovese pronto, in giro c’è decisamente di meglio, anche a minor prezzo.


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