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Dieta chetogenica: gli effetti collaterali di cui nessuno vi parla


Uno studio dello Us News and World Reports (https://health.usnews.com/best-diet/keto-diet/reviews) nel quale i ricercatori hanno valutato 40 tipi di dieta differenti, è giunto alla conclusione che le diete "Low Carb", cioè quelle a basso contenuto di carboidrati, sono assolutamente da bocciare poiché non è assolutamente vero che i carboidrati sono i principali nemici del peso forma.

Ma allora perché oggi i carboidrati sono tanto demonizzati? E le diete “low carb” sono davvero una novità?


Ovviamente no, le diete dimagranti iperproteiche non sono affatto una novità del XXI secolo, sono piuttosto una continua riproposizione di un concetto noto da decenni.

Prima fu la Weight Watchers, poi vennero la Scarsdale e la Dukan, oggi è il turno della dieta chetogenica. Nomi diversi che indicano essenzialmente la stessa cosa, ovvero piani alimentari basati su un introito esagerato di proteine e sull’assenza parziale o totale di carboidrati, regimi estremamente nocivi per la salute a lungo termine, nonché altamente diseducativi.

L’interesse per le diete chetogeniche è aumentato notevolmente negli ultimi anni, in parte grazie ai social e in parte grazie alla promozione che ne è stata fatta in congressi o in corsi dedicati a professionisti da parte delle aziende che vendono integratori e pasti sostitutivi.


In passato i medici specialisti in scienza dell’alimentazione e i dietisti proponevano queste diete con parsimonia, preferendo approcci più bilanciati. Purtroppo oggi i professionisti del settore le usano con maggior facilità e frequenza per ragioni che esulano dalla loro effettiva efficacia.

Ciò è dovuto al fatto che, nella pratica clinica, quando un paziente obeso non riesce a perdere peso con le diete ipocaloriche “tradizionali”, le diete iperproteiche/chetogeniche a bassissimo apporto calorico garantiscono una rapida perdita di peso, e consentono al “professionista” di poter dire “Il signor Tizio con la mia dieta ha perso 40 kg, quindi il mio lavoro l’ho fatto!”

Ma a che prezzo?

Si tratta di un approccio che non prende minimamente in considerazione non solo la salute a lungo termine del paziente (poiché queste diete provocano effetti collaterali a lungo termine), ma anche l’aspetto psicologico legato al cambiamento del proprio stile alimentare e del rapporto con il cibo del singolo individuo (sono diete psicologicamente molto stressanti per chi non è abituato ad autogestire correttamente l’alimentazione). Infatti, come ho già detto più e più volte, senza una rieducazione alimentare, terminata la dieta il paziente ricomincerà a mangiare come prima e in poco tempo avrà recuperato tutto il peso perso.


Si tratta purtroppo di un approccio sbagliato dal punto di vista medico e, a mio parere, anche etico. Se alcuni pazienti non riescono a perdere peso con delle normali diete bilanciate, spesso avviene perché le diete non sono veramente cucite su misura per loro, o magari non sono adatte ai loro ritmi di vita, o ancora perché talvolta può essere necessario un sostegno di tipo psicologico che spesso viene svalutato, non considerato, se non addirittura demonizzato.


Ma come funzione una dieta chetogenica e perché è nociva per la salute?


Le diete chetogeniche spingono il corpo alla chetosi, uno stato nel quale, venendo a mancare l’energia apportata dai carboidrati, l’organismo comincia a bruciare lentamente le riserve di grasso, riducendo però allo stesso tempo la massa magra cioè i muscoli, fondamentali per… bruciare la massa grassa!

L’organismo, percependo la mancanza pressochè totale di carboidrati come un periodo di “carestia”, per cercare di sopravvivere il più a lungo possibile, oltre a intaccare progressivamente la massa grassa, comincia a far diminuire la massa magra che consuma energia, appunto per potere resistere il più a lungo possibile.

Il fenomeno della perdita di massa magra in effetti è comune a tutte le diete dimagranti, ma è particolarmente marcato nelle diete molto severe e nelle chetogeniche.

Il problema di questo particolare approccio dietetico sta soprattutto nel post dieta, perché mentre per recuperare massa grassa basterà mangiare, per recuperare la massa magra l’unico sistema sarà allenarsi in modo robusto in palestra.

In pratica questo tipo di approccio dietetico va bene per chi non deve perdere peso.

Ad esempio, un atleta già molto vicino al peso forma che deve rientrare in una determinata categoria di peso, in pochi giorni potrebbe avere un vantaggio da una dieta chetogenica perché è molto rapida; alla fine della dieta, riprendendo i normali allenamenti e la normale alimentazione, il mantenimento del peso sarà assicurato.


Ma cosa accade se un soggetto sedentario, che deve perdere 40 kg, abituato a decenni di alimentazione sbagliata, prova una dieta chetogenica?

Ovviamente comincerà a perdere peso, ma dovendola sostenere per un lungo periodo:


  1. la maggiore durata del percorso comporterà una perdita di massa muscolare molto marcata;

  2. l’organismo, sovraccaricato dal regime alimentare sbilanciato, inizierà a percepire i diversi effetti collaterali, anche abbastanza gravi, come: stanchezza, debolezza, disturbi gastrointestinali, aritmie cardiache, calcolosi renale, stipsi, alitosi, crampi muscolari, cefalea, diarrea, ritardo nella crescita (nel caso di bambini e adolescenti), fratture ossee, pancreatite, deficit multipli di vitamine e minerali, ipoglicemie nei diabetici e tendenti al diabete;

  3. una volta ripresa la normale alimentazione, se non è avvenuto un processo di rieducazione, nel giro di qualche mese il peso verrà recuperato del tutto, e l’individuo si ritroverà, a parità di peso, con una massa grassa superiore a quella di prima della dieta.

Gli autori del “Journal of the American Medical Association” si chiedono se le diete chetogeniche siano sostenibili (cioè se in pratica siano facili da seguire) e se siano in grado di promuovere la salute nel lungo termine. Attualmente non ci sono studi che abbiano valutato gli effetti sulla mortalità cardiovascolare e per tutte le altre cause. Il dubbio però nasce dal fatto che studi osservazionali sulle diete a basso contenuto di carboidrati suggeriscano un aumento della mortalità generale.

Spesso ci si impunta sugli effetti collaterali di farmaci, vaccini, terapie farmacologiche a lungo termine, per i famosi “effetti collaterali”, perché sono “sostanze chimiche” che vengono introdotte nel proprio corpo. Ebbene, anche i cibi sono composti da sostanze chimiche e se eccediamo con alcune di esse, subiremo i relativi effetti collaterali.

Nessun piano alimentare che dovrebbe restituirci la salute, dovrebbe essere gravato da un tale numero di effetti collaterali reali, che purtroppo non sono riportati su alcun bugiardino.

E poi, diciamo la verità… una dieta dimagrante che preveda l’utilizzo di frutta, pasta, pane, pizza e gelato, non è decisamente più sana e praticabile? Ma soprattutto, più piacevole, rilassante?

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