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Glifosato e DON: meglio evitarli


In questi giorni hanno destato grande scalpore i risultati di un’analisi condotta dall’Associazione Granosalus sulla pasta di diversi noti produttori italiani.

In particolare l’analisi è stata effettuata sugli spaghetti ed era volta alla ricerca di tracce di glifosato (un erbicida) e deossinivalenolo o DON (una micotossina).

Il glifosato è un composto chimico originariamente brevettato dalla Monsanto negli anni ‘70 utilizzato come diserbante, e il suo uso ha conosciuto una grande diffusione da quando sono comparse sul mercato particolari specie di cereali transgenici resistenti alla sua azione. Infatti, grazie a questo prodotto, gli agricoltori possono piantare grano transgenico in grado di resistere al diserbante e ottenere così delle coltivazioni che possono essere “tranquillamente” irrorate senza timore di perdere il raccolto: le uniche piante a morire saranno le erbacce, mentre il grano OGM resisterà perfettamente.

I risultati degli studi condotti dall’associazione Granosalus, sono i seguenti:

Tuttavia occorre però fare dei piccoli approfondimenti in merito.

Nel marzo 2015, l'organismo internazionale IARC (International Agency for Research on Cancer - Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) ha classificato il glifosato e i fitofarmaci che lo contengono come “probabile cancerogeno per l'uomo” inserendolo nella categoria 2A. Studi in laboratorio hanno dimostrato che il glifosato induce nelle cellule danni a livello genetico e stress ossidativo.

Nel novembre 2015, l'EFSA (European Food Safety Authority - Autorità Europea per la Sicurezza degli Alimenti), ha concluso che “è improbabile che il glifosato costituisca un pericolo di cancerogenicità per l'uomo” e ne ha proposto “nuovi livelli di sicurezza che renderanno più severo il controllo dei residui di glifosato negli alimenti”.

Un po’ come dire “per noi è sicuro, però se ne mangiate meno è meglio”.

Infine il 7 ottobre del 2016 è entrato in vigore un Decreto del Ministero della Salute che dispone la revoca dell’autorizzazione all'immissione in commercio di prodotti fitosanitari contenenti glifosato.

Il limite di legge per quanto riguarda il glifosato è di 10 mg/kg, quindi anche nei casi peggiori (Barilla e Divella) sono presenti quantità 100 volte inferiori al limite.

Tuttavia, nel test pubblicato da Granosalus, non si fa riferimento al fatto che la tossicità del glifosato è ancora in fase di discussione, tanto che ci sono pareri discordanti come quello dell'EFSA, che esclude la carcinogenicità di questa sostanza, e quello dello IARC che invece la considera cancerogena.

Per quanto riguarda il DON si tratta di una micotossina meno pericolosa delle temute aflatossine, che tuttavia è in grado di dare disturbi gastrointestinali come nausea, anoressia, vomito, diarrea e abbassamento delle difese immunitarie.

La dose tollerabile giornaliera per l’uomo è stata fissata in 1 microgrammo/kg.

Il limite di legge previsto per la pasta è di 750 microgrammi per kg.

I disturbi che abbiamo elencato sopra si possono manifestare quando si va molto oltre il limite di legge, però è interessante notare un particolare: se un uomo di 70 kg mangiasse 200 g di una pasta con un contenuto di DON “ai limiti di legge”, ne assumerebbe già una quantità quasi doppia e probabilmente potrebbe manifestare dei disturbi.

Non bisogna poi dimenticare che i più esposti rimangono sempre i bambini che, a causa del loro metabolismo molto alto, già a 10-12 anni, anche se minuti, possono mangiare abbondanti quantità di pasta, alterando automaticamente tutti i conti e le tabelle dei così detti “limiti di legge”.

I sintomi dati da una eccessiva assunzione di DON potrebbero essere erroneamente classificati come dovuti ad una forma di intolleranza, magari leggera, verso il glutine, continuando a demonizzarlo e contribuendo a creare falsi miti legati a questa proteina.


Nel dubbio cosa fare?

Sicuramente la prima azione è quella di cercare di comprare pasta dei marchi che, almeno sulla carta, contengono una quantità inferiore di queste sostanze.

Poichè i limiti di legge sono imposti dall’uomo, come tali possono essere rivisti (come è avvenuto per l’olio di palma, in un primo momento considerato innocuo e successivamente dichiarato ufficialmente cancerogeno). Tra qualche anno si avrà una risposta certa sul glifosato ma allo stato attuale, non essendo un ingrediente fondamentale né dell’agricoltura, né della pasta, personalmente consiglio la prudenza.

Potrebbe anche verificarsi ciò che è successo sempre per l’olio di palma: è bastato smettere di acquistare i prodotti che lo contenevano per spingere molte industrie a sostituirlo con normale olio di semi o d’oliva.

In linea di massima, le paste prodotte da pastifici più piccoli che operano a livello regionale e con farine esclusivamente italiane, sono da ritenere più sicure (dato che l’utilizzo del glifosato in Italia è vietato), soprattutto per i bambini che in rapporto al peso, tendono a consumare più pasta o riso degli adulti.


Come per ogni “scandalo” che riguarda i prodotti alimentari, è inutile farsi prendere dal panico, ma fare un ragionamento lucido, e piuttosto che eliminare in maniera drastica un alimento dalla nostra dieta, per una volta perdere quei cinque minuti in più al supermercato per selezionare un prodotto qualitativamente migliore: spederemo un po’ di più all’inizio, ma ne guadagneremo a lungo termine in salute.


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Dott. Lucio Catalano

Medico Chirurgo - Specialista in Scienza dell'Alimentazione

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