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Per dimagrire... bisogna mangiare di più!


Qualche giorno fa un’amica mi ha chiesto: “Mi hanno detto che non perdo peso perché mangio troppo poco. Secondo te questa cosa ha senso?

Non solo ha senso, ma è proprio così, anche se sembra un paradosso.

Quando si pensa a una dieta, la prima cosa che viene in mente è la “drastica riduzione” delle quantità di cibo, soprattutto per quanto riguarda i farinacei.

Nell’immaginario comune, pane, pasta, patate e tutti carboidrati vengono subito messi al bando e tutti gli altri cibi ridotti alle quantità minime per la sopravvivenza.

Niente di più sbagliato.

Le diete molto restrittive, e in genere tutte le diete che tendono a intossicare l’organismo come le diete chetogeniche e le diete inutilmente iperproteiche, dopo una prima fase di successo vanno inesorabilmente verso il fallimento.

Dopo avere perso i primi kg, il corpo si assesta, il peso tende a “ristagnare”, ci si comincia a sentire generalmente fiacchi e anche chi va in palestra comincia a notare che le prestazioni non migliorano più. Vedendo il peso cristallizzato, i più coraggiosi proveranno a ridurre ulteriormente le calorie, i meno disposti a soffrire invece, molleranno anche questa dieta, attribuendosi la colpa dell’ennesimo fallimento.


Perché succede questo?

Il meccanismo è abbastanza complesso, tuttavia si può semplificare molto per renderlo più chiaro.

Quando si mangia molto poco, l’organismo interpreta la riduzione del cibo come l’inizio di un periodo di “carestia”.

E cosa si fa in un periodo di carestia?

Ovviamente si razionano le scorte e si cerca di consumare meno cibo possibile, per farlo durare il più a lungo possibile.

Il nostro organismo fa esattamente la stessa cosa.

Dopo i primi giorni di successo, la dieta “hard” spingerà il nostro corpo ad adattarsi: il metabolismo tenderà a rallentare, comincerà a diminuire la massa muscolare, che è preziosa ma consuma molta energia, e le scorte di grasso verranno preservate il più possibile proprio perché servono per sopravvivere.

Il risultato finale di una dieta del genere sarà che quando la si abbandonerà inevitabilmente, il corpo, a parità di peso, sarà povero di muscoli e ricco di grassi, situazione che porterà... a una maggiore tendenza a ingrassare.


Una vera dieta dimagrante non deve mai affamare l’organismo, anzi, deve fornire tutti gli elementi necessari per nutrire e mantenere la massa muscolare in proporzione alle energie che questa consuma.

Ho avuto diversi pazienti che dopo un periodo di stallo, sono tornati a dimagrire non appena hanno aumentato correttamente la quantità di carboidrati in proporzione all’attività fisica che praticavano.

In questo modo hanno avuto più energia per la loro vita di tutti i giorni, il senso di fiacchezza è andato via, gli allenamenti sono tornati quelli di prima e il loro metabolismo ha ricominciato ad accelerare, facendo riprendere il dimagrimento.

In pratica per dimagrire hanno dovuto mangiare un po’ di più.

Un altro esempio estremo sono gli attori che devono interpretare determinati ruoli: questi attori, per poter aumentare drasticamente la loro definizione muscolare, possono aver bisogno anche di 6000 Calorie al giorno, associate a durissimi allenamenti.

Va ricordato però che un’alimentazione genericamente abbondante, se non addirittura incontrollata, porterà comunque a ingrassare.

Compito dello specialista qualificato è proprio quello di creare una dieta in grado di tenere il metabolismo del paziente su quel filo del rasoio che consente di dimagrire senza affamare l’organismo.

Proprio per questo le diete generiche, miracolose o basate su integratori, alla lunga non funzionano e talvolta possono anche danneggiare l’organismo.

Ricordate, bisogna fare la dieta, non la fame!

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Dott. Lucio Catalano

Medico Chirurgo - Specialista in Scienza dell'Alimentazione

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