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Oli vegetali alternativi: l'olio di cotone


Leggendo nelle etichette di vari prodotti alimentari oggi si possono trovare tra gli ingredienti vari tipi di oli vegetali, alcuni effettivamente piuttosto insoliti.

I più frequenti sono l’olio di cotone, l’olio di cartamo e l’olio di colza.

C’è da temerli? Possono nuocere alla salute come il famigerato olio di palma o invece sono del tutto innocui?

Esaminiamo più da vicino l’olio di cotone.

Si tratta di un olio vegetale estratto da diverse cultivar del genere Gossypium, una pianta coltivata in varie parti del mondo per la produzione della fibra di cotone.

Il suo olio di semi è un sottoprodotto della produzione tessile.

In effetti il seme può contenere fino al 22% del suo peso in olio, una quantità non trascurabile, che oggi l’industria ha trovato il modo di sfruttare.

L’olio direttamente prodotto dai semi di cotone non è edibile per via della presenza del gossipolo, una sostanza tossica che però risulta innocua per i ruminanti, motivo per cui questi semi vengono comunemente utilizzati nell’alimentazione del bestiame.

Sul finire dell’800, perfezionando i sistemi di raffinazione, deodorazione e decolorazione, l’olio di cotone divenne utilizzabile a scopo alimentare, al punto che spesso veniva utilizzato per adulterare oli alimentari più costosi, finché nel 1883 ne venne bandita l’importazione in Italia.

Dagli inizi del 900 fino alla seconda guerra mondiale il “Crisco”, ovvero olio di cotone idrogenato, fu l’olio alimentare più utilizzato negli USA.

L’introduzione di piante con maggiore resa, come la soia e il girasole ne ha decretato però la scomparsa.

Oggi torna a farsi vedere insieme ad altri oli vegetali in diversi prodotti alimentari industriali.

Nonostante tra le sue doti spicchi il punto di fumo particolarmente alto (intorno a 220 °C), che lo rende particolarmente indicato per friggere, quest’olio non è molto salutare per via dell’alta percentuale di grassi saturi, oltre il 25% (l’olio d’oliva ne contiene solo il 14%).

Tuttavia contiene anche una discreta quantità di tocoferoli, sostanze dalle proprietà antiossidanti ed è ricco di vitamina E, che però è presente anche nella frutta secca, nell’olio d’oliva, nell’olio di germe di grano e nei peperoni, tutti alimenti che normalmente si trovano nella nostra alimentazione, senza bisogno di scomodare l’olio di cotone.

In conclusione se lo troviamo in un prodotto alimentare, ad esempio una crema spalmabile, non dobbiamo gridare allo scandalo, poiché va trattato come un qualunque olio alimentare economico: c’è di peggio, ma anche di meglio. Come per tutti gli oli mediocri non bisogna eccedere nel suo consumo o sceglierlo di proposito, perché l’olio d’oliva per l’uso a crudo e quello di arachidi per la frittura sono sempre da preferire.





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