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Olio di palma


In questi giorni gira molto su Facebook l’articolo di Wired che potete leggere a questo link: http://www.wired.it/…/medi…/2015/05/22/5-cose-olio-di-palma/ Leggendolo mi sono accorto di come sia stato costruito ad hoc per fare passare un messaggio rassicurante che in realtà non corrisponde esattamente alla verità dei fatti. L’articolo punta a far credere al lettore che tanto allarmismo sull’olio di palma sia ingiustificato e che, forse, non c’è tutto questo bisogno di leggere le etichette quando si fa la spesa. Analizziamolo punto per punto:

  1. E’ vero, in una dieta bilanciata c’è spazio anche per i grassi. L’articolo dice anche che i grassi saturi devono essere massimo il 10% delle calorie totali. Ottimo! Dice appunto MASSIMO il 10%, vuol dire che non dobbiamo superare questa soglia, ma se sono di meno è anche meglio. In realtà, quando si tratta di grassi polinsaturi (come quelli buoni contenuti nell’olio d’oliva) la medicina raccomanda un consumo minimo. Riassumendo, l’olio di palma ed altri grassi insaturi devono essere presenti in una dieta al MASSIMO per il 10% delle calorie totali; mentre per quanto riguarda l’olio d’oliva e gli altri insaturi bisogna assumerne MINIMO il 15% al giorno. In parole povere, di olio di palma, meno se ne assume meglio è; mentre l’olio d’oliva è così utile che ne viene raccomandata sempre una certa quantità giornaliera.

  2. Qui si semplifica eccessivamente. E’ vero che non è ancora detto che i grassi saturi siano cancerogeni, ma non è affatto vero che basta bruciare i grassi per potere dire di fare una dieta sana. Se si consuma un eccesso di grassi saturi, anche se ci si mantiene in forma correndo tutti i giorni, la circolazione ne risentirà e nel giro di pochi anni le arterie saranno rovinate. Negli USA sono stati trovate placche nelle arterie di ragazzi che praticavano regolare attività fisica, che però seguivano una dieta troppo ricca di grassi.

  3. L’olio di palma è stato introdotto sul mercato perché serviva un’alternativa economica alla margarina (e ai grassi idrogenati in generale) che nessuno, giustamente, vuole più mangiare. Se la gente smettesse di comprare prodotti con olio di palma, le industrie smetterebbero di usare pure questo. Inoltre si parla molto facilmente della sostituzione di un grasso con un altro come se fosse qualcosa di semplice e naturale. Qualcuno di voi cucina? Penso proprio di sì. Cosa succede se cambiate anche un solo ingrediente di un dolce? Provate a fare una pasta frolla mettendo dell’olio di palma al posto del burro. Il sapore non sarà certamente lo stesso. Le grandi industrie intervengono sul sapore correggendolo con aromi e additivi in modo da eliminare l’effetto nocivo sul gusto dell’olio di palma. Quindi, oltre all’olio di palma, saranno presenti molte altre sostanze di dubbia utilità per l’organismo.

  4. Tutti gli oli vegetali di scarsa qualità sono da evitare. Se si evita quello di palma, si dovrebbero cercare di evitare anche olio di soia e olio di colza.

  5. Non potendo dimostrare la tesi che l’olio di palma sia sostenibile, dato che la deforestazione selvaggia che si sta attuando per produrlo è facilmente documentabile, chi scrive l’articolo prova a puntare il dito contro la presunta non sostenibilità delle coltivazioni biologiche. Indubbiamente esisteranno delle coltivazioni biologiche non sostenibili, ma si spera siano casi sporadici.

L’ultima frase, che cito testualmente, “Non possiamo neanche dare per scontato che il consumatore di prodotti bio sia per definizione un cittadino più consapevole, più attento all’impatto ambientale del proprio stile di vita, meno consumista.” È fuorviante rispetto all’argomento principale. La questione delle coltivazioni biologiche (o dei prodotti industriali etichettati come biologici) è un altro argomento spinoso, quasi quanto la leggerezza con cui certi consumatori compulsivi di cibo "bio" acquistano tali prodotti. Ma questa è un’altra storia…

Insomma, la regola è sempre la stessa: quando si legge un articolo riflettere sempre molto attentamente su ciò che vi è scritto e non andare trasportati sull’onda del sentimento verso facili conclusioni.

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