Pomodoro ed etichette: le ultime novità
- Dott. Lucio Catalano
- 22 ott 2018
- Tempo di lettura: 2 min

C’è una piccola novità in arrivo per quanto riguarda le etichette degli alimenti contenenti pomodoro.
Fino a ieri, un prodotto lavorato e confezionato in Italia, poteva fregiarsi del marchio “Made in Italy” anche se i pomodori utilizzati provenivano da altri paesi europei o anche extraeuropei.
Da oggi in poi invece, sarà obbligatorio indicare non soltanto il luogo di lavorazione del prodotto finale, ma anche l’origine della materia prima.
Questa nuova legge riguarda soltanto i prodotti con più del 50% di pomodoro, quindi purtroppo non copre tutta la gamma di cibi industriali che lo contengono, ma almeno è un inizio.
Potremo quindi trovare per esempio, dei sughi di un produttore italiano fatti con pomodori provenienti dalla Cina con le seguenti diciture in etichetta: “paese di produzione del pomodoro” e “paese di trasformazione del pomodoro”.
Solo se produzione e trasformazione avvengono entrambe sul territorio italiano, si potrà trovare la dicitura “origine Italia”.
Ovviamente bisogna prendere sempre queste informazioni in modo critico e consapevole.
Non è detto che un pomodoro coltivato in Spagna sia di scarsa qualità, così come non è detto che un pomodoro italiano sia necessariamente il migliore.
Potremmo avere voglia di incentivare la produzione agricola regionale e quindi scegliere prodotti coltivati e lavorati nelle vicinanze della nostra città o, per fare un altro esempio, potremmo venire a sapere che in un dato paese c’è stato un grave episodio di contaminazione del terreno e quindi potremo evitare di acquistare prodotti che contengono pomodoro prodotto in quelle aree.
Si tratta in ogni caso di informazioni utili che possono aiutare a fare una scelta più consapevole e ad avere informazioni più precise circa la provenienza degli alimenti che troviamo sugli scaffali dei supermercati.
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